Terroni d’Italia
di Fulvio Cauteruccio e Giuseppe Mazza

collaborazione drammaturgica Giacomo Fanfani

regia Fulvio Cauteruccio

in collaborazione con

Festival delle Colline Torinesi
Ente Cassa di Risparmio di Firenze

si ringrazia il Comune di Seravezza e laFondazione Terre Medicee

Terroni d’Italia ha come tema portante l’emigrazione dal sud rappresentata come una delle più amare conseguenze dell’unificazione nazionale e delle scelte  di politica estera del Conte di Cavour, le cui mosse diplomatiche Dostoevskij criticò aspramente nel diario del suo viaggio in Italia del 1870, rintracciando in esse la causa della “creazione di un regno di secondo ordine”.

Studi sui carteggi di Cavour suggeriscono di quegli eventi una nuova lettura e restituiscono dignità a una popolazione e ad una terra economicamente forte – nel 1856 all’expo di Parigi il Regno borbonico fu premiato come terzo stato più avanzato d’Europa –  che venne insanguinata e saccheggiata in nome dell’unità.

Terroni d’Italia è un lavoro che, pur non mettendo in discussione il valore inestimabile dell’unificazione, diventa un inno e un omaggio a quelle popolazioni che hanno grandemente contribuito alla creazione dello Stato ma che a tutt’oggi sono considerate di serie B.

Terroni d’Italia descrive le peripezie di Pippo,  dal dopoguerra ai difficili anni ’70, attraverso il racconto di storie vere e del sogno di un uomo costretto ad emigrare dalla Sicilia, con il desiderio inappagato di fare l’attore.

Uno spettacolo che diverte e insieme fa riflettere sugli eventi che 150 anni fa diedero origine all’Italia dei Savoia e su tutto ciò che ne è conseguito.

Oggi il Principe Emanuele Filiberto di Savoia canta sul palcoscenico di Sanremo e Pippo canta ancora su un treno di emigranti…