sabato 16 aprile 2016

Francesco Niccolini / Luigi D’Elia

Cammelli a Barbiana

di Francesco Niccolini e Luigi D’Elia. Con Luigi D’Elia. Regia di Fabrizio Saccomanno

Compagnia in residenza dal 4 aprile

Era una fune in realtà, non un cammello. Ai pescatori ai quali Cristo si rivolgeva, l’esempio doveva sembrare molto più credibile e vicino alla loro vita: è più facile che una fune passi dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli. Per chi costruiva reti da pesca, intrecciava funi e lenze, forse era un’immagine più chiara. Però quel cammello… quel cammello è forse una delle immagini più potenti, che sin da bambini portiamo con noi, e la nostra educazione da piccoli chierichetti: il cammello, la trave nell’occhio, pani e pesci, il canto del gallo. Ma se nasci ricco, molto ricco, e speri con tutto te stesso di entrare nel regno dei cieli, è quel cammello che rischia di perseguitarti tutta la vita, e molto più di una comunissima fune.

E’ quello che accadde a Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, giovane e gaudente pittore di ricchissima famiglia fiorentina, che sotto i bombardamenti del ’43 viene folgorato sulla sua via di Damasco. Da cosa non si sa. Ma la folgorazione è assoluta, e gli sconvolge totalmente la vita.

Inizia così la breve vita sacerdotale di don Milani: muore giovane, per un male incurabile, ma ha il tempo di lasciare un segno profondissimo in tutti coloro che lo hanno conosciuto, a partire dai sei primi ragazzini della sua scuola, la scuola di Barbiana, la scuola più bella che c’è, 12 ore al giorno per 365 giorni l’anno. Senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati.

Barbiana – un esilio per isolare un prete scomodissimo, nei piani della diocesi fiorentina – diventa il luogo unico e meraviglioso della rivoluzione copernicana che don Milani provoca nella scuola e nella vita di comunità. Un autentico terremoto che, a distanza di quasi cinquant’anni dalla morte, non invecchia: chi lo conosce non ne perde un sorso, e chi lo scopre oggi, viene colto dal desiderio di non lasciarlo più.

Non è comoda, questa rivoluzione e meno ancora don Lorenzo, anzi. Pretende. È dura. Non accetta compromessi, dice pane al pane e vino al vino, porta lacerazioni e battaglie durissime, ma ti cambia la vita, per sempre.

francesco niccolini