Con Vincenza Barone, Iris Barone, Gabriella Seghizzi, Walter Barone.
Regia Loris Seghizzi
Rispettosi, ma non troppo, della filosofia teatrale appartenente ad un’epoca così lontana, quella che va dal 1920 al 1950, questa composizione stende e riavvolge il filo della memoria senza curarsi troppo degli effetti scenici contemporanei.
Luci essenziali e sporche, musica strampalata e improvvisata, lasciano spazio agli interpreti che si muovono in una improvvisazione strutturata fedele, quella si, al modo di stare in scena degli artisti della farsa.
In Italia la farsa è praticamente scomparsa, sostituita soprattutto da commedia e cabaret. Scenica Frammenti, grazie alla propria particolare storia e alla presenza di Vincenza Barone è forse l’ultima compagnia teatrale che porta in scena la farsa originale.
Vincenza Barone è oggi “unica”. Nessun attore in Italia interpreta un ruolo da comico di farsa da sessanta primavere , ha debuttato come attrice nel ruolo di Raffaelino quando era una ragazzina, durante la seconda guerra mondiale. Il repertorio comprendeva numerosissime opere piccole ereditate dai genitori dai primi del ‘900, quando gli stessi si esibivano al popolare Salone Margherita di Napoli.
Oggi Vincenza Barone, nata nel 1932, porta con sé tutti i ricordi e i segni di questa lunga, romantica storia di “attrice/comico”. Questo il motivo per cui è nata l’esigenza di riassumere in un unico spettacolo il vissuto di questo immenso e raro repertorio.
Quartetto Barone è uno spettacolo che attraversa la storia artistica di questa Compagnia saltellando da una parte all’altra del repertorio senza fermarsi mai troppo nello stesso punto.
Non possiamo sapere con precisione quante siano le farse, macchiette, skeatch messe in scena prima dal Gruppo Artistico Moderno, poi Duo e Trio Barone, poi dai Sorgenti, I Superstiti e oggi Quartetto Barone ovvero sempre la stessa Compagnia a Carattere Famigliare, oggi chiamata Scenica Frammenti.
“Qualche anno fa scrissi Memoria – storia di una famiglia teatrale, lo spettacolo dedicato alla figura di Vincenza Barone, mia madre, concentrandomi sulla sua storia di donna più che su quella di attrice. Oggi vorrei bilanciare le due anime, utilizzando la farsa di cui Vincenza Barone è la protagonista intramontabile. Qui interpreta Raffaelino, un personaggio mitico per tutti noi. Ruolo che mia madre veste da quando aveva sedici anni, era da poco finita la guerra. Oggi ne ha settantanove ed è l’unica donna comico della storia.
Ammetto inoltre che qualcosa di simile al senso di colpa ha influito sulla mia decisione di portare in scena Raffaelino dopo tanto tempo. Faccio parte della terza generazione di questa famiglia teatrale, sono nato negli anni settanta e sono stato contaminato da un altro tipo di ricerca allontanandomi dalla mia stessa storia per dedicarmi ad un altro modo di fare teatro. Poi, come spesso accade guardando mia madre e i mie fratelli e la loro bellezza artistica, così limpida e pura, mi è tornato in mente quale sia la vera essenza del teatro.
Una mamma e tre fratelli sono per me (finalmente) il QUARTETTO BARONE”
Loris Seghizzi